Numero 2 Ottobre 10, 1998



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E' giusto dire che di Larry Johnson non ne esiste uno ma almeno due, forse tre. Non è un banale riferimento alla stazza fisica (più che da giocatore di Basket, da giocatore di FootBall Americano) imponente, tale da fare impallidire persino Charles Barkley, del quale condivide l'altezza ma è più scolpito, muscoloso, meno rotondo (difatti Chuck era detto "The Round Mount Of Rebound" la montagna rotonda del rimbalzo). Il primo Larry Johnson è quello che diventò una superstella a Nevada Las Vegas, venendo dai ghetti più oscuri di Dallas, gli stessi in cui aveva rischiato di perdersi anche Dennis Rodman. Larry Johnson era vivace, troppo vivace e i poliziotti locali lo portarono lo portarono in palestra e lo avviarono lungo la strada del pugilato per incalanare in modo positivo la violenza, l'aggressività. Larry doveva andare a Old Dominion, l'università locale, ma i voti erano insufficienti e dovette ripiegare sull'Odessa Junior College pre due stagioni. In 24 mesi la passione per Old Dominion se n'era andata per sempre sostituita da quella per Jerry Tarkanian. Così i due anni trascorsi in un college vero, di Division One, li fece nel deserto luccicante del Nevada con risultati sconvolgenti: un titolo NCAA vinto in carrozza battendo Duke in finale di trenta punti e un'altra e un altra apparizione in semifinale ancora con Duke, unica battuta d'arresto altrimenti indimenticabile. A fine anno per LJ ci fu la NBA e l'etichetta di numero uno del draft attaccata addosso... Il primo Larry Johnson, se volete, fiinsce qui. Il secondo Larry Johnson vinse il trofeo di rookie dell'anno a Charlotte imponendosi subito come stella emergente dell'intera NBA. Si parlava di lui come di un grandissimo, di un giocatore che avrebbe lasciato il segno. Un anno dopo a Charlotte arrivò Alonzo Mourning e gli Hornets conquistarono i playoffs ed eliminarono Boston nel primo turno chiudendo la carriera di Kevin McHale. Quell'anno Larry segno 22.1 punti di media per gara e fu incluso nel secondo quintetto ideale NBA. Se la sua media rimbalzi era scesa dagli 11 dell'anno da rookie a 10.5 (fatto attribuibile all'arrivo di Mourning), la sua media assist era passata da 3.6 a partita a 4.3, cifra di notevole spessore per un ala forte. Nel 1993 disputò anche il suo primo All Star Game. Larry era Grandmama, la nonna volante che interpretava negli spot Converse (e con la quale ha interpretato addirittura un episodio di Family Matters conosciuto in Italia come Otto sotto un tetto). Larry era una stella e lo vollero nel Dream Team dei mondiali del 1994. Era così forte che Charlotte gli ricostruì il contratto, 84 milioni di dollari per 12 anni, un accordo astronomico, il più ricco di sempre in quel momento. Il momento più altro della sua carriera fu seguito dal più basso: un infortunio alla schiena lo limitò a 51 partite l'anno seguente, Charlotte restò fuori dai playoffs e soprattutto si cominciò a parlare di un Larry meno esplosivo in pivot basso. Vero? Falso? Nel 1995 tornò all'All Star Game, giocò 81 partite e portò gli Hornets ai playoffs, anche se vennero eliminati 3-1 dai Bulls del rientrate Jordan. In quella serie Larry segnò 20.8 punti a partita. Giocò ancora un anno a Charlotte, tornando sopra i 20 di media, ma gli Hornets - privati di Mourning a inizio stagione - restarono lontani dalla post season. Larry venne ceduto a New York per Anthony Mason. Il secondo LJ finisce qui. Non esistono dubbi sul Larry Johnson di UNLV e di Charlotte. Si può discutere sulla schiena, ma si finirebbe in fretta. E' stato il trasferimento ai Knicks ad aver intorbidito le acque. Nel suo primo anno nella Grande Mela, Larry ha segnato meno di 13 punti per gara con poco più di 5 rimbalzi, migliorando le medie di tiro, arrivate al 51.2% nella regular season e al 55.8% nei playoffs, quando giocò indiscutibilmente meglio. Cifre non da Larry Johnson, cattivo rapporto con la tremenda stampa di New York, voci poco simpatiche sulla sua vita privata e in particolare per i figli avuti fuori dal matrimonioche condizionano, tra l'altro, le sue finanze... La stagione scorsa, i numeri di LJ si sono nuovamente impennati (15.5 punti e 5.6 rimbalzi) ma soprattutto dopo la perdita di Patrick Ewing che l'ha trasformato nella prima opzione dei Knicks vicino a canestro. Il suo coach Van Gundy dice che Larry si è trasformato in uno spietato difensore, capace di marcare non solo di fisico ma anche di gambe, cosa che gli ha permesso di essere efficace anche contro ali piccole perimetrali. I suoi estimatori fanno notare che, uscito di scena Ewing, Larry ha viaggiato a quasi 19 punti di media il che significa che, quando è una parte importante dell'attacco, riesce a segnare in quantità importanti. Però tutto questo non basta per dire che Larry è tornato quello di una volta e che la schiena non lo abbi affetivamente penalizzato.

La "Nonna" dei Knicks